Ciao Luigi NULLA è cambiato

« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »

Sono queste le parole sputate dall’inchiostro della penna che il ventinovenne Luigi Tenco prese in mano prima di impugnare la pistola e togliersi definitivamente la vita.Parole assurde che riassumono la rabbia del tutto comprensibile (per quanto incomprensibile sia il gesto)  di un artista nei confronti di un mondo che lo vedeva come un extraterrestre non conforme agli stereotipi musicali e sociali del tempo.

Ma come andò quella notte del 27 Gennaio 1967?

IL FESTIVAL.Ci troviamo a Sanremo ma il festival non si svolge come oggi al teatro Ariston bensì dentro al Casinò della città ligure , quell’anno la conduzione era stata affidata a Mike Bongiorno e la formula prevedeva l’eliminazione dei partecipanti durante ogni serata con la possibilità di essere ripescati dalla giuria di qualità formata dai critici musicali.

DALIDA.Un festival di nomi altisonanti con altrettanti ospiti importanti infatti la formula prevedeva che le canzoni in gara fossero cantate prima dai cantanti in gara e poi dall’ospite. Tenco che in quei tempi era passato alla ribalta per la sua “Love” Story con Dalida si presentava accompagnato dalla cantante di origini italiane con poche pretese ma con la consapevolezza di voler portare qualcosa di nuovo.

Ciao Amore Ciao – Gianna Nannini Cover

IL BRANO. Ciao amore Ciao era il titolo del brano sanremese di Tenco, in realtà il pezzo all’origine si chiamava Li vidi tornare ed era ispirato alle vicende della Spigolatrice di Sapri ma per renderlo sanremese fu chiesto a Tenco  di stravolgere il senso della canzone.Il pezzo parlava della fuga dalla vita monotona delle campagne e dell’arrivo in una città dove però il protagonista rischia “…in un mondo di luci di sentirsi NESSUNO”.Un tema nuovo per l’epoca ed il ritornello era diverso dalla malinconia dei soliti ritornelli di Tenco suonava quasi come un urlo di gioia e disperazione insieme.

L’audio dell’ultima esibizione di Tenco a Sanremo

L’ESIBIZIONE.Tenco salì sul palco dell’Ariston in condizioni non proprio perfette tanto che l’unico reperto audio che abbiamo sembra quasi canti fuori tempo.Un Tenco svogliato che nelle poche foto rimaste (la Rai in perfetto stile dittatoriale ha cancellato le registrazioni video dell’esibizione) sembra disturbato e incazzato.I testimoni dicono che a fine canzone abbia lasciato il palco quasi correndo e dietro le quinte abbia fatto un pò a sportellate con chiunque.

L’ELIMINAZIONE.Niente il brano viene eliminato sia dal pubblico sia dalla giuria che preferisce ripescare al suo posto La rivoluzione di Gianni Pettenati.Certo Tenco non è l’unico grande escluso di quel festival, a fargli compagnia ci stanno Bobby Solo, Fred Bongusto, Caterina Caselli, Nico Fidenco, Jimmy Fontana ed il grande Modugno.

IL RIENTRO IN HOTEL.Tenco non la prende benissimo e c’è chi dice l’abbia visto bere tanto, c’è chi sostiene che i troppi tranquillanti uniti all’alcool l’abbiano stordito, c’è chi l’ha visto dare spintoni e botte a chiunque.Fatto sta che Tenco non va a cena al Ristorante i Tre Scalini insieme a Dalida e gli altri ma preferisce tornare in Hotel. L’Hotel Savoy, anzi per l’esattezza la camera 219 dell’Hotel Savoy, collocata in una depandance del maestoso hotel sanremese.Prima però prende la sua Alfa GT 1600 e sfreccia a forte velocità per le impervie strade sanremesi.Poi torna in hotel sente la sua compagna Valeria con la quale parla di progetti futuri ma qualcosa nel suo cervello non va come deve andare.

IL SUICIDIO.Preso dalla rabbia dell’eliminazione e forse in preda ad una crisi di nervi dovuta dallo stress unito ai farmaci (era un gran consumatore di Xanax) Luigi scrive una lettera indirizzandola al pubblico italiano.Successivamente impugna la sua Walther PPK Calibro 7.65, mira alla testa e si toglie la vita.Un gesto estremo, troppo estremo per un ragazzo di 29 anni che aveva si una vita tormentata ma non tale da chiudere così.

LE IPOTESI. Tante sono le tesi sostenute sulla morte di Tenco, noi preferiamo pensare solo al gesto folle di un artista incompreso sotto l’effetto di farmaci ed alcool ed in preda allo stress di un mondo, quello dello spettacolo, che miete da sempre vittime tra vincitori e vinti.Un gesto di follia assoluta accompagnato da una delle pagine più oscure della musica e della Televisione italiana.

LA VERGOGNA.Il giorno successivo infatti il Festival andò avanti come se niente fosse quasi a ignorare il sacrificio di Luigi Tenco ed ancora oggi tutti si devono sentire colpevoli di quel vergognoso spettacolo della serata finale alla quale nessuno doveva partecipare.Invece la Rai sfruttando l’onda del suicidio del cantante mando in onda la finale e furono finti applausi e false commozioni.La sola verità è che ancora oggi nulla è cambiato e quindi Luigi caro noi ti ricorderemo sempre come la persona che ha cercato di cambiare quel mondo là, ma il tuo sacrificio purtroppo non è servito a Nulla.

Ciao Luigi.

Preghiera in Gennaio -De Andrè per Luigi Tenco

Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia,soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte,
che all’odio e all’ignoranza preferirono la morte…

(Preghiera in Gennaio)F.De Andrè

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